Chiesa del Carmine
La chiesa del Carmine in Melfi risale alla fine del 1500 e faceva parte del convento dei carmelitani, che occupava buona parte degli stabili circostanti, il cui ingresso principale era da Piazza Umberto I°. Nel 1648, la chiesa fu ricostruita interamente da Girolamo Donadoni e fu arricchita di affreschi e quadri, che portano, quasi tutti, la data del 1650 e rappresentano i Profeti e i santi riguardanti la storia dell'Ordine carmelitano. La facciata della chiesa è in pietra liscia e presenta due nicchie protette da vetri con statue di S. Antonio e S. Irene e al centro una vetrata con l'immagine della Madonna. Sul timpano una Croce in ferro. Al lato sinistro, Campanile in pietra un po' arretrato rispetto alla facciata. 5 campane elettrificate; 4 finestre con inferriate. In cima la cupola in pietra e Croce di ferro con simbolo della morte per segnalare la direzione del vento. All'ingresso, due Acquasantiere in marmo rosso con lapidi in memoria. Sopra il tamburo in legno, Cantoria con prospetto ovale in legno e con pitture di Angeli osannanti; Organo a canna antico da revisionare.
Nell'arcata laterale destra, si può ammirare il resto di un affresco raffigurante S. Biagio e sulla parete in alto, sullo stipo a muro, l'affresco raffigurante S. Serapione. Sul primo altare a destra, c'è una Tela, con cornice dorata, raffigurante la "Strage degli Innocenti". Sempre a destra di chi entra, sul secondo altare, si può contemplare il grande ed antico Crocifisso in legno, su una pittura raffigurante Gerusalemme. Ai due lati dell'altare, in piccole nicchie, sono collocate due statuette in legno: S. Andrea Avellino e S. Emidio. In alto, sopra il Vano Confessionale con porta a vetri, affresco di S. Antonio Abate. Sopra la porta della Sacrestia, antico Pulpito dai fregi dorati con due Angeli dorati che sorreggono la copertura. Sul terzo altare, Tela con cornice dorata raffigurante la Madonna che libera le anime del Purgatorio. Nell'arcata laterale sinistra, Stipite in pietra di una antica porta per il campanile. Sulla parete, stipo a muro, e in alto affresco di S. Onofrio. Dopo il primo altare, vecchio confessionale di legno, in alto l'affresco raffigurante S. Girolamo. A seguire, altare dell'addolorata con l'urna di vetro contenente il simulacro di Gesù morto e sulla parete una tela preziosissima raffigurante la deposizione di Gesù. Sopra lo stipo a muro, in alto, Affresco di S. Giovanni Battista. Di fronte in alto: Nicchia con la statua della Madonna del Carmine con due Angeli portacandela elettrica. Interessanti sono le immagini scolpite sull'antica porta lignea, che ora si conserva nel museo diocesano, tipico esempio della concezione medioevale della morte. A tal proposito, fin dal 1576, nella chiesa del Carmine ha sede Arciconfraternita della "Morte ed Orazione", sotto il titolo della Beata Vergine del Monte Carmelo ed è aggregata alla venerabile Arciconfraternita di S Maria dell'Orazione in Roma. Il 24 gennaio del 1873 è stata canonicamente eretta dal Papa Pio IX. Dal 4 marzo 1990, la Chiesa del Carmine è anche sede della Parrocchia S. Nicola e S. Andrea, che dal 1997 è stata affidata alla cura spirituale dei frati Minori Conventuali della Provincia religiosa di Napoli. L'attuale parroco è il Frate Raffaele Ricciardi.
Tela raffigurante la Madonna del Carmine
Datato 1650. Opera di un certo livello, realizzata da un vero maestro che al momento rimane ignoto, ma che sicuramente dopo, studi più approfonditi da parte di storici dell'arte avrà un nome o quanto meno verrà individuata la "scuola di provenienza". Molto probabile che si tratti di un artista influenzato dai "naturalisti" napoletani (Caravaggeschi).
Affresco raffigurante Sant'Onofrio
L'affresco seicentesco, S. Onofrio, realizzato in "2 giornate" dall'artista era "offuscato" da uno spesso strato di vernice ingiallita, così come gli stucchi, interessati da 2 strati di ridipinture. Con la rimozione di questi, si è resa ben visibile la figura sottostante e si è "alleggerita" visivamente tutta la bella cornice ed il cartiglio che riquadrano il dipinto. Sono state inoltre eseguite delle iniezioni di consolidamento con malta premiscelata negli stucchi ove questi si presentavano rigonfi e distaccati dalla muratura con evidente pericolo di crollo. Sono infine stati ricostruiti con malta idonea, tutti i pezzetti mancanti degli stucchi.
Dipinto raffigurante la "Strage degli Innocenti"
Opera di stile tardo – manierista collocabile alla metà del XVII sec. Interessante dal punto di vista dell'insieme compositivo, molto ricco di personaggi e architetture.
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